Le pubblicità che hanno fatto la storia

Alla domanda “quando è nata la prima pubblicità cartacea?”, molti risponderanno: “all’inizio del XX secolo”. I più coraggiosi diranno: “alla fine del XIX secolo”. E invece no. La prima pubblicità risale al XVIII secolo, per la precisione al 1704 quando il Boston News-Letteril primo quotidiano degli Stati Uniti, pubblicò un annuncio per dare risalto alla compravendita di una casa.

 

Sono passati più di 300 anni da quel giorno e la pubblicità ha fatto enormi passi da gigante, trasferendosi dalla carta stampata alla radio, dalla radio alla tv e dalla tv al web. Ripercorriamo insieme la storia delle ADV con le pubblicità che hanno fatto la storia.

1916: I Want You

Forse non conoscete lo Zio Sam di nome ma, sicuramente, riconoscerete il suo viso. Volto severo e accigliato, occhi di ghiaccio, cappello a stelle e strisce poggiato sui capelli bianchi e un dito puntato verso l’osservatore.

Durante la Prima Guerra Mondiale, venne creato il celebre manifesto nel quale lo Zio Sam punta il dito verso il pubblico recitando la frase I WANT YOU FOR U.S. ARMY”Voglio te per l’esercito degli Stati Uniti. Uno dei manifesti più copiati e parodizzati della storia.

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1931: Coca Cola inventa Babbo Natale

The Coca Cola Company era nata da alcuni anni, ma stava già iniziando ad acquisire la popolarità che la rese l’icona degli anni ’50 e ’60 del XX secolo. Questo avvenne anche grazie a una campagna pubblicitaria commissionata al disegnatore Haddon Sundblom, che doveva avere come soggetto Babbo Natale.

La pubblicità ebbe un successo clamoroso, tanto da cambiare per sempre la nostra idea di Babbo Natale. Fino a quel momento, infatti, non esisteva un’immagine unitaria del babbo più famoso del mondo e non erano rare le sue rappresentazioni come elfo o come uomo alto e magro.

Senz’ombra di dubbio una delle pubblicità che hanno fatto la storia non solo nel mondo della comunicazione, ma nell’immaginario dell’intera collettività.

1942: Rosie la Rivettatrice

Pubblicità iconica, simbolo di un’epoca e di una rivolta che cambiò il mondo. A causa della guerra, gli USA avevano perso quasi tutta la manodopera maschile. Per questo, il governo americano realizzò delle campagne per convincere le donne a diventare operaie

È così che Rosie diventa il simbolo della donna indipendente, che se la cava da sola, forte e determinata, capace di svolgere lavori stereotipicamente maschili. Negli anni Settanta, la campagna divenne l’emblema del femminismo, grazie anche al suo potente slogan: “We can do it”.

A proposito di pubblicità che hanno fatto la storia del femminismo, oltre che della comunicazione istituzionale.

1984: la rivoluzione Macintosh

Tutti conosciamo il famoso libro distopico di Orwell “1984”, scritto nel 1948 ma ambientato in un ipotetico 1984 in cui il mondo è controllato dal Grande Fratello.

Nel vero 1984, invece, durante il famosissimo Super Bowl, Apple fece andare in onda un video forte, shoccante e tragico, girato Ridley Scott, che aveva come protagonista un’eroina simbolo dell’arrivo sul mercato di Apple Macintosh. Lo strumento di liberazione dell’umanità dal conformismo decantato dallo scrittore britannico.

Sarà davvero stato così?

2012: Redbull infrange la barriera del suono

Redbull organizzò un evento pubblicitario unico nel suo genere. Il protagonista era Felix Baumgartner, un paracadutista austriaco, che saltò da un’altezza di 24 km per infrangere la barriera del suono, come mai nessun uomo aveva fatto.

Lo spot venne mandato in diretta streaming in tutto il mondo e, per la prima volta, la pubblicità diventò l’evento stesso.

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